AMARCORD
In questo giorno dove il sole rimbalza sui miei occhi, creando arcobaleni, mi ritornano in mente le tue parole mamma, sapevano portare conforto quando il cuore spostava il suo battito alla frequenza della dolce tristezza. Mi dicevi: Fiore, fidati delle lacrime che spontanee cadono dai tuoi occhi, sono benedette, nutrono l’anima del mondo e sollevano il tuo cuore fino a Dio. Quelle parole mi arrivavano dentro così tanto, da farmi esplodere in un pianto senza fine, un pianto liberatorio da far svanire nel vuoto ogni pensiero fino a sentire una pace immensa. Una pace in grado di abbracciare il mio dolore. Ancora oggi quando accade che gli occhi si riempiono di lacrime, sento il sussurro della tua voce che mi invita a non trattenere o soffocare il pianto e grazie a ciò a liberare spiriti, numi, antenati capaci di operare a favore della Grande Madre. Grazie a quella voce che soffia fra i capelli, quando l’anima della dolce tristezza si offre a me, io ho imparato a darmi come una fonte sorgiva che scorrendo abbevera la natura tutta e lo faccio non per placare ciò che sento ma per nutrire i campi aridi del mio cuore, quelli dove ancora alberga la poca fede e la paura. Che tu sia benedetta mamma per la dolcezza che il tuo ricordo genera dentro di me.
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