AD OGNI PASSO TRACCIO UN CUORE

AD OGNI PASSO TRACCIO UN CUORE

Quando ero piccola, non conoscevo la vergogna. In ogni foto, dal mio volto sprigionava semplicità, c’erano uno sguardo cristallino e un senso di stupore, non mi facevo troppe domande, perché la mente la usavo per l’analisi grammaticale e le tabelline.

Non sospettavo che crescere significasse scappare dagli sguardi e sentirmi sbagliata, avevo il permesso da Dio di sbagliare e a crescere dai miei errori. Poi … il buio, il mio volto paonazzo, e un giudice severo al posto di Dio che ancora m’inquieta ogni volta che traballo nei miei passi.

Inutile dire come mi sento se sbaglio, ancora più inutile credere che sia immune da errori. Un circolo vizioso che schiaccia la mia autostima e mi succhia forza, un modello che uccide la spontaneità. Ora c’è da chiedersi, e me lo chiedo, ma poi di cosa dovrei vergognarmi? Se in ogni passo traccio un cuore e naturalmente esprimo ciò che sento, lasciando il podio alla verità c’è qualcosa di cui vergognarsi?

 

Ph autore sconosciuto

fiorinda
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