ABBRACCI DI MIELE
Sono stata bambina, come tutti del resto. Molto di ciò che vedevo, era piccolo, bello e divertente. Nessuna differenza tra lacrime e sorrisi, anche i sogni, schizzi di tempera nel cielo a infrangere l’oscurità. L’amore a quel tempo era una cosa semplice, lo sguardo di mia madre, orgogliosa di me, la mano di un’amica unita nel cuore, la forza di mio padre che coraggioso mi proteggeva dagli imprevisti, gli abbracci di miele di mia nonna che mi raccontava che la gioia non si esaurisce mai è una pianta sempre verde che dimora nella nostra anima. Nei fiori vedevo riflesso il mio volto, delicato e flessibile come petali nel vento, cangiante come un miscuglio di profumi nell’aria. Poche incertezze, la magia di “essere” valicava gli infiniti orizzonti di fuoco anche quando il mare dichiarava tempesta.
Sono stata bambina e crescendo ne ho perso le tracce, solo tratti sfocati nella memoria che ritornano quando i fiocchi di neve danzano nell’aria. Mi commuove sapere che silente lei vive dentro di me, che il suo canto libero aspetta il mio slancio per librarsi nel cielo, mi commuove sentire che niente è perduto, l’innocenza è una stilla di eternità che mi anima anche quando gli occhi perdono l’intenso sguardo di sole. Mi commuove vederla danzare da sola, nelle stanze segrete dei sentimenti perduti, orgogliosa di sé, curiosa abbastanza da sbirciare tra le pieghe della saggezza e sorriderci dentro, insolitamente bella, di una bellezza che sa di verità.
Mi commuovo e come un lampo nel cielo traduco il tempo in un istante di gratitudine, lei è con me e niente e nessuno ci può separare … ora vado a fare capriole di risate perché non c’è più ragione di piangere.
Ph autore sconosciuto
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