GUERRE FILOSOFICHE

GUERRE FILOSOFICHE

Non è buffo? Dichiariamo guerre filosofiche ai nostri figli, su come comportarsi, con quali amici uscire, cosa scegliere, cosa studiare, quali sogni fare. Cerchiamo di metterli in guardia dai pericoli, il fumo, la droga, internet, le discoteche, le possibili compagnie devianti, senza minimamente renderci conto che i nostri figli hanno come esempi cardine gli adulti, ciò noi. Noi che ogni giorno ci intossichiamo con ogni tipo di dipendenza, partendo dal cibo, l’alcol, la nicotina, le droghe con prescrizione medica, per arrivare ad un uso compulsivo del telefonino, del computer, della televisione.

Non è buffo? Cerchiamo disperatamente di dispensare consigli, mosse pratiche per vivere sani, per diventare migliori, competitivi, ricchi quanto basta per spendere denaro in cose inutili, dannose, che ci procurano brevi godimenti che tamponano buchi esistenziali grandi come una luna quando è al culmine della sua luce.

Non è buffo? Vedere genitori che si lamentano di questa gioventù in bilico, senza minimamente porsi la domanda di chi è veramente in bilico tra la terra ferma e il precipizio? E’ proprio vero che è più facile vedere la pagliuzza negli occhi dei giovani che stanno crescendo anche grazie a noi, che la trave che si è quasi definitivamente appoggiata nel nostro sguardo, offuscato e giudicante.

Ma è proprio vero che i giovani si sono persi? O forse è più onesto dire che i giovani si stanno solo conformando ai nostri atteggiamenti di uomini e donne in totale delirio? Uomini e donne che hanno perso ogni direzione che come mummie avanzano verso un futuro in assenza di un oggi. Uomini e donne spaventati che hanno dimenticato l’ABC e che vorrebbero fermare l’incurante macchina evolutiva che si muove senza minimamente preoccuparsi delle vittime che lascia ai bordi delle strade. Uomini e donne che non si sentono più esseri Umani ma solo umani in assenza di “essere”, che hanno dimenticato il lato A della vita “l’amore” perché troppo concentrati sul lato B “il sesso”, che si cibano di molecole di felicità artificiale per non sentire il dolore di vivere separati e naufraghi dentro recinti senza più ossigeno.

Ammettiamolo, ci siamo persi, quel giorno che ancora troppo piccoli abbiamo creduto alle bugie di chi si fidava degli oracoli a banda oscura, e persi abbiamo restituito buio a chi imparava da noi, ci siamo persi dimenticandoci di noi, della nostra forza, di tutte le risorse che venivano da un cielo con le stelle, e piano piano in assenza di colpa, solo responsabilità, abbiamo lasciato che i nostri figli si formassero coi medesimi ricami a fili di piombo come reti fitte che uccidono la vita. Ci siamo persi, e chissà se ci ritroveremo. A volte la luce mi sembra così intensa che penso sarà facile trasformare il cuore in sole, altre mi sembra che cadere dentro al precipizio sia più facile, e da li ricominciare ex novo.

Io credo che prima di disperdere insegnamenti forse è necessario verificare che quello che diciamo sia coerente a ciò che ogni giorno viviamo. I nostri figli non ci pretendono perfetti, da noi reclamano attenzione e quello sguardo neutrale che non emana rimproveri e giudizi. I nostri figli hanno bisogno di quell’amore che li ha baciati quando nelle nostre braccia sono arrivati, quell’amore che non si fa riserva di mostrare quanto siamo fragili, hanno bisogno della nostra sacrosanta verità.

Quando le costellazioni ritroveranno la giusta direzione non avremo più bisogno di svilire la forza dei nostri figli, perchè avremo compreso che ciò che non funziona non è fuori di noi ma nell’intimo spazio che è il nostro cuore.

 

 

Ph autore sconosciuto

fiorinda
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